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Couche-Tard rinuncia a Carrefour dopo il «no» di Parigi?

Decisivo il no del governo francese nonostante le rassicurazioni del gruppo canadese.

Carrefour – Couche-Tard

L’opposizione del governo francese al cambio di proprietà dei supermercati Carrefour sortisce il suo effetto: Couche-Tard, il gruppo canadese che ha presentato un’offerta da 16,2 miliardi di euro per rilevare il Carrefour, avrebbe deciso di interrompere le trattative.

A rivelarlo sono il Financial Times  e Bloomberg.

Alain Bouchard

Ieri il presidente di Couche-Tard, Alain Bouchard, ha incontrato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire per cercare di convincerlo a dare il suo benestare all’operazione.

Bouchard, scrive il quotidiano economico britannico, avrebbe manifestato, in particolare, la volontà del gruppo di effettuare un investimento di 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni e di non toccare ai livelli occupazionali per due anni.

Inoltre, secondo Bloomberg, Bouchard propone anche le quotazioni del titolo sia in Canada che in Francia.

La posizione assunta dal governo francese di Emmanuel Macron, scrive il Financial Times, “è in contrasto con l’immagine favorevole alle imprese che da tempo cercava di proiettare“.

Ma con le elezioni presidenziali in arrivo il prossimo anno, è troppo rischiosa un’operazione che prevedrebbe l’acquisto da parte di un gruppo straniero del più grande datore di lavoro del settore privato in Francia.

Secondo una fonte vicino al dossier citata dal Financial Times il governo francese “indebolito dalle critiche sulla gestione della pandemia e della crisi economica sta reagendo in modo difensivo.

È un calcolo puramente politico.

Sempre secondo Financial Times i tre maggiori azionisti di Carrefour (Bernard Arnault, la famiglia Moulin e il gruppo Galeries Lafayette), che insieme controllano circa il 23% del capitale, erano disponibili a vendere le loro quote per facilitare l’accordo.

Secondo fonti francesi lo scenario è quello rappresentato nella foto che segue (favorevoli e contrari)

Chi è Alain Bouchard ?

Alain Bouchard è figlio di un piccolo imprenditore del Québec, guarda caso, la regione del Canada in cui si parla un francese talvolta bizzarro, prodotto di una grammatica e di una pronuncia che risalgono ai secoli in cui il Grande Nord era battuto da cacciatori di pellicce e pescatori di salmoni arrivati dalla Bretagna.

Alain Bouchard di Laval, 71 anni, quattro figli e – scrivono i giornali d’Oltreoceano – una timidezza che nasce da un limite: ancora oggi Bouchard non si sente a proprio agio con l’inglese ed evita le interviste nella lingua di Shakespeare.

Questo gap non gli ha impedito di diventare, già un paio d’anni fa, “mister 5 miliardi” di dollari, grazie al controllo di un impero della grande distribuzione che si estende dagli Stati Uniti a Hong Kong, passando dall’Irlanda, dalla Scandinavia e dalla Polonia: 130mila dipendenti in 27 Paesi.

Niente male per l’ex garzone di bottega costretto presto a rimboccarsi le maniche, dopo il fallimento dell’impresa di papà.

Aveva solo nove anni, ma anche un paio di idee cresciute con lui alla periferia di Montréal.

La prima: non sono fatto per campare sotto un padrone.

Una lezione imparata osservando le umiliazioni del padre, camionista per necessità.

La seconda, un’intuizione che si rivela preziosa: sviluppare il business dei dépanneur, ovvero le stazioni di servizio che sorgono nell’immensa natura canadese, dove, quando ti fermi per fare il pieno, è saggio fare provviste o mangiare un boccone, perché non sai qual che ti aspetta.

Il re dei minimarket

A 24 anni Alain Bouchard approda come garzone di bottega in una stazione di servizio.

Cerca di coinvolgere il titolare del suo chiosco nell’acquisizione di 50 negozi, ma il padrone di Provisoir si tira indietro.

E allora fa da solo: prima un chiosco, poi un un altro, acquistato con i proventi del secondo lavoro, l’agente immobiliare.

A quel punto lo aiuta la fortuna di vivere in una terra di opportunità, a un passo dal sogno americano.

Trova i soldi per inaugurare una piccola catena da 11 esercizi, cresciuti al fianco dei distributori di benzina aperti 24 ore su 24 che vendono i prodotti essenziali: dal pane alle sigarette, fino al quotidiano della sera che ti sei dimenticato di comprare perché sei “Couche-Tard”, come Alain Bouchard battezza la mini-catena (un termine francese simile al nostro “nottambulo” … un “tira tardi”). 

Couche-Tard Logo

Certo, vista con gli occhi di oggi, sembra una banalità.

Ma anche in Italia, all’epoca, non era così facile procurarsi un pacchetto di sigarette, o tanto meno un quotidiano.

A quel tempo non c’erano internet e lo streaming.

L’ascesa di Alain Bouchard

È questa l’idea di business da cui, mattoncino dopo mattoncino, è cresciuta, con un’ossessiva attenzione al cliente e forti incentivi ai dipendenti, l’impresa di monsieur Bouchard.

Uno per cui – terza regola – chi lavora in settori come la grande distribuzione deve comportarsi come un ciclista: quando smetti di pedalare, rischi di cadere.

Di qui una lunga serie di acquisizioni.

Perché, come si legge nella sua autobiografia, “in un’impresa non esiste il surplace: o si va avanti, o si torna indietro. È sempre necessario cambiare, trasformarsi, innovare”.

Si spiega così la sua marcia, spesso trionfale: nel 1999 compra Silcorp, una catena di 98 punti vendita in Ontario.

Nel 2003 sbarca a New York con l’acquisto di Circle K, raddoppiando così il fatturato.

Nel 2012 attraversa l’oceano per comprare la catena di distributori di Statoil, la compagnia petrolifera di Stato norvegese (oggi Equinor).

Intanto guarda all’Asia, partendo da Circle Hong Kong, e si concede una catena di fast food in patria.

Entra anche in un mercato assai promettente: quello della cannabis, legale da quelle parti, attraverso l’etichetta Fire & Flowers.

Bouchard Carrefour

A fine dicembre Alain Bouchard si è messo in testa di risvegliare Carrefour.  

Una preda all’apparenza troppo grossa, ma guai a sottovalutare l’ex garzone che ha costruito un gruppo con 9.200 punti vendita, di cui 8mila stazioni di servizio.

Più piccolo, certo, rispetto al gigante francese, per giro d’affari (48,6 miliardi di euro contro 80,7) e per dimensioni (130 mila dipendenti contro 320mila), ma capace di guadagnare assai di più: 2 miliardi contro 1,3.

Tanto da vantare una capitalizzazione di 30 miliardi di euro, contro soli 12,7 di Carrefour.

La proposta ed i tentativi però hanno trovato l’opposizione del governo francese e pare quindi che il nostro ardito bottegaio rinunci all’affare.

Couche-Tard è il leader nel settore dei minimarket canadesi. Negli Stati Uniti, è il più grande operatore indipendente di minimarket in termini di numero di negozi gestiti dall'azienda. In Europa, Couche-Tard è leader nella vendita al dettaglio di carburanti per minimarket e trasporti stradali nei paesi scandinavi (Norvegia, Svezia e Danimarca), nei paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), nonché in Irlanda, e ha un presenza importante in Polonia.

All'11 ottobre 2020, la rete di Couche-Tard comprendeva 9.261 negozi di alimentari in tutto il Nord America, inclusi 8.085 negozi con erogazione di carburante per il trasporto su strada. La sua rete nordamericana è composta da 18 unità operative, di cui 14 negli Stati Uniti che coprono 47 stati e 4 in Canada che coprono tutte le 10 province. Circa 109.000 persone sono impiegate in tutta la sua rete e negli uffici di servizio in Nord America.

In Europa, Couche-Tard gestisce un'ampia rete di vendita al dettaglio in Scandinavia, Irlanda, Polonia, Paesi Baltici e Russia attraverso 10 unità aziendali. A partire dall'11 ottobre 2020, la rete di Couche-Tard comprendeva 2.722 negozi, la maggior parte dei quali offre carburante per il trasporto su strada e prodotti pronti, mentre gli altri sono stazioni di rifornimento automatizzate senza personale che offrono solo carburante per il trasporto su strada. Couche-Tard offre anche altri prodotti, tra cui carburante per aviazione ed energia per motori stazionari. Includendo i dipendenti dei negozi in franchising di marca, circa 22.000 persone lavorano nella sua rete di vendita al dettaglio, nei terminali e negli uffici di servizio in tutta Europa.
Inoltre, in base ad accordi di licenza, più di 2.220 negozi sono gestiti con il banner Circle K in altri 15 paesi e territori (Cambogia, Egitto, Guam, Guatemala, Honduras, Hong Kong, Indonesia, Giamaica, Macao, Messico, Mongolia, Nuova Zelanda , Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Vietnam), che porta la rete totale mondiale a oltre 14.200 negozi.
(fonte Couche-Tard annuncio accordo per acquisto azioni Carrefour)
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Violazioni alla privacy Carrefour France sanzionata

L’autorità per la protezione dei dati francese ha sanzionato CARREFOUR FRANCE per 2.250.000 euro e CARREFOUR BANQUE per 800.000 euro.

Dopo aver ricevuto diversi reclami nei confronti del gruppo CARREFOUR, la CNIL ha effettuato controlli tra maggio e luglio 2019 presso le società CARREFOUR FRANCE (settore retail) e CARREFOUR BANQUE (settore bancario). 

Durante questi controlli la CNIL ha rilevato carenze nel trattamento dei dati dei clienti e dei potenziali utenti. 

Il presidente della CNIL ha quindi deciso di avviare un procedimento sanzionatorio nei confronti di queste società.

Al termine di tale procedura, il comitato ristretto – l’organo competente per la pronuncia delle sanzioni della CNIL – ha effettivamente ritenuto che le società avessero violato alcuni obblighi previsti dal GDPR.


La Commission nationale de l’informatique et des libertés o CNIL è un’autorità amministrativa indipendente francese incaricata di assicurare l’applicazione della legge sulla tutela dei dati personali nei casi in cui si effettuino raccolte, archiviazioni ed elaborazioni di dati personali.

Le sanzioni

La CNIL ha quindi sanzionato la società CARREFOUR FRANCE con una multa di 2.250.000 euro e la società CARREFOUR BANQUE con un’ammenda di 800.000 euro. 

D’altro canto, non ha emesso un’ingiunzione quando ha rilevato che sforzi significativi avevano consentito di conformare tutte le violazioni individuate.

Vediamo le anomalie segnalate, che possono essere MOLTO UTILI per le valutazioni di ognuno di NOI


Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati in sigla RGPD (o GDPR in inglese General Data Protection Regulation), ufficialmente regolamento (UE) n. 2016/679

Violazione dell’obbligo di informazione (art. 13 GDPR)

Le informazioni fornite agli utenti dei siti carrefour.fr e carrefour-banque.fr nonché alle persone che desideravano aderire al programma fedeltà o alla carta Pass non erano facilmente accessibili (accesso alle informazioni troppo complicato), né facilmente comprensibili (informazioni scritte in termini generali e imprecisi, talvolta utilizzando formulazioni inutilmente complicate). 

Inoltre, era incompleto per quanto riguarda la durata della conservazione dei dati.

Per quanto riguarda il sito carrefour.fr, le informazioni erano insufficienti anche per quanto riguarda i trasferimenti di dati al di fuori dell’Unione europea e la base giuridica per l’elaborazione (file).

Su questo punto, le società hanno modificato le proprie informative e siti web durante la procedura per renderle conformi.

Violazioni relative ai cookie (articolo 82 della legge sulla protezione dei dati)

La CNIL ha notato che, quando un utente si collega al sito carrefour.fr o al sito carrefour-banque.fr, diversi cookie sono stati automaticamente inseriti sul suo terminale, prima di qualsiasi azione da parte sua. 

Poiché molti di questi cookie vengono utilizzati per la pubblicità, il consenso dell’utente dovrebbe essere stato raccolto prima dell’archiviazione.

Le società hanno modificato il modo in cui funzionano i loro siti web durante la procedura. 

Nessun cookie pubblicitario viene ora depositato prima che l’utente abbia fornito il proprio consenso.

Cookies Policy

Mancato rispetto dell’obbligo di limitazione del periodo di conservazione dei dati (art. 5.1.e del GDPR)

La società CARREFOUR FRANCE non ha rispettato i periodi di conservazione dei dati che aveva stabilito. 

I dati di oltre ventotto milioni di clienti rimasti inattivi da cinque a dieci anni sono stati quindi conservati nell’ambito del programma fedeltà. 

Lo stesso valeva per 750.000 utenti del sito carrefour.fr che erano rimasti inattivi da cinque a dieci anni.

Inoltre, nel caso di specie, il comitato ristretto ritiene eccessivo un periodo di conservazione di 4 anni per i dati dei clienti dopo il loro ultimo acquisto. 

Tale durata, infatti, inizialmente adottata dall’azienda, supera quanto appare necessario nel campo della grande distribuzione, tenendo conto delle abitudini di consumo dei clienti che effettuano prevalentemente acquisti regolari. 

Durante il procedimento, la società CARREFOUR FRANCE ha impegnato risorse significative per apportare le modifiche necessarie per renderlo conforme al GDPR. 

In particolare, tutti i dati troppo vecchi sono stati cancellati.

Una violazione dell’obbligo di agevolare l’esercizio dei diritti (art. 12 GDPR)

La società CARREFOUR FRANCE ha richiesto, salvo opposizione alla prospezione commerciale, un documento d’identità per qualsiasi richiesta di esercizio dei diritti. 

Questa richiesta sistematica non era giustificata poiché non c’erano dubbi sull’identità delle persone che esercitavano i loro diritti. 

La società, inoltre, non ha potuto dar corso a più richieste per l’esercizio dei diritti entro i termini previsti dal GDPR.

Su questi due punti l’azienda ha modificato le proprie pratiche durante il procedimento. 

In particolare, ha messo a disposizione significative risorse umane e organizzative per rispondere a tutte le richieste pervenute entro un periodo inferiore a un mese.

Mancato rispetto dei diritti (articoli 15, 17 e 21 del RGPD e L34-5 del Codice postale e delle comunicazioni elettroniche)

Prima di tutto, la società CARREFOUR FRANCE non ha risposto a diverse richieste di persone che desideravano accedere ai propri dati personali. 

L’azienda ha contattato tutte le persone interessate durante la procedura.

Successivamente, in diversi casi, l’azienda non ha proceduto alla cancellazione dei dati richiesti da più persone quando avrebbe dovuto farlo. 

Anche su questo punto l’azienda ha accolto tutte le richieste durante il procedimento.

Infine, la società non ha tenuto conto di diverse richieste di persone che si sono opposte alla ricezione di pubblicità tramite SMS o e-mail, in particolare a causa di errori tecnici occasionali. 

L’azienda è diventata conforme durante la procedura anche su questo punto.

Una violazione dell’obbligo di trattare i dati in modo corretto (articolo 5 del GDPR)

Quando una persona che si abbona alla carta Pass (carta di credito che può essere allegata all’account fedeltà) desiderava aderire al programma fedeltà, doveva spuntare una casella indicando che accettava che CARREFOUR BANQUE avrebbe comunicato il proprio nome a “Carrefour loyalty”, il loro nome e indirizzo e-mail. 

carta Carrefour Pass

CARREFOUR BANQUE ha esplicitamente indicato che non erano stati trasmessi altri dati. 

La CNIL ha tuttavia osservato che sono stati trasmessi altri dati, come l’indirizzo postale, il numero di telefono e il numero dei suoi figli, sebbene la società si sia impegnata a non trasmettere altri dati.

Su questo punto, l’azienda ha cambiato le sue pratiche durante la procedura. 

Ha completamente rinnovato la sua procedura di abbonamento online per la carta Pass e le persone sono ora informate di tutti i dati trasmessi a CARREFOUR FRANCE.

titolo originale dal sito CNIL

FONTE: AUTORITA’ PER LA PROTEZIONE DEI DATI DELLA FRANCIA – CNIL

Mi auguro che questo post possa essere di aiuto e stimolo ad una verifica se i dati che i Clienti ci forniscono sono correttamente conservati e resi disponibili.

Ricordandoci che “i dati non si possono conservare in eterno” …

Carrefour, soprusi nella spesa on line. Segnalazione all’Antitrust

Gravi disagi, mancanza di prodotti sopratutto freschi, (e la tracciabilità come sarà?) e prodotti non consegnati (guarda caso l’acqua)

Ma la cosa più grave è l’avvertimenti ” Poiché i nostri prezzi cambiano ogni giorno, il totale della spesa può subire variazioni a seconda del giorno della consegna / del ritiro’.
— Leggi su www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/carrefour-soprusi-nella-spesa-on-line-segnalazione-all-antitrust

Nei prossimi mesi per l’è-commerce ci sarà ancora una grande crescita … ma anche la necessità di “fare bene” la gestione della relazione, della logistica e del post vendita … ci sarà molto da lavorare

Carrefour soddisfacenti i risultati 2018

Carrefour ha da poco reso disponibili i dati definitivi dell’anno 2018, definiti da loro soddisfacenti ed in linea con le aspettative, anzi con indicazioni chiare di miglioramenti che permettono di aumentare gli obiettivi del piano strategico 2018 -2022.

img_3847Le vendite del Gruppo crescono dell’1,4% a parità della rete, accelerando nel secondo semestre (+ 2,0% in H2 vs + 0,7% in H1)

I proventi operativi (ROI) ricorrenti arrivano a 1.905 milioni di euro, corrispondenti a 1.938 milioni di euro pre-IAS 29 a 93 milioni di euro (+ 4,6%) a cambi costanti rispetto al 2017 ROI di riferimento.

L’ utile netto rettificato è di 802 milioni di euro, in aumento rispetto ai 773 milioni di euro registrati nel 2017.

Miglioramento anche del flusso di cassa, escluse le voci straordinarie, a € 1,088 milioni (rispetto ai € 950 milioni registrati nel 2017)

Le linee guida della sfida alla trasformazione lanciate nel 2018 con obiettivo diventare leader nel retail alimentare entro il 2022 danno tutte ottimi segnali di ritorno.

Azioni concrete in corso

Costruzione di un modello di crescita basato su un rapido rinnovamento della proposta commerciale in negozio supportata da partnership, rapida diffusione dell’offerta omnicanale ed espansione dei format in crescita.

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Cultura dell’efficienza operativa e della disciplina finanziaria attraverso anche una trasformazione approfondita dell’organizzazione, alleanze di acquisto, industrializzazione dei processi ed ottimizzazione dei costi, infine selettività potenziata e produttività degli investimenti.

Visti i risultati si farà un approfondimento delle iniziative in corso nel 2019, con una revisione verso l’alto di diversi obiettivi del piano Carrefour 2022

I correttivi presentati riguardano la costruzione di un modello di crescita con semplificazione degli assortimenti (riduzione del -15% nel 2020 rispetto al -10% precedentemente ipotizzato), riduzione globale dell’area vendite di 400.000 metri quadrati e accelerazione nell’espansione dei format di convenienza (3000 aperture vs 2.000 precedentemente previste) entro il 2022.

Enfasi è data al rafforzamento della cultura dell’efficienza operativa e della disciplina finanziaria: obiettivo di risparmio sui costi aumentato a 2,8 miliardi di euro (rispetto a 2,0 miliardi di euro) su base annuale nel 2020.

Carrefour act

Alexandre Bompard, Chairman e Chief Executive Officer, ha dichiarato: “Abbiamo lanciato una trasformazione senza precedenti nel 2018. I nostri incoraggianti risultati ci consentono ora di rivedere al rialzo gli obiettivi per 2022. Continuiamo a rivitalizzare la nostra politica commerciale, con una forte spinta a favore del potere d’acquisto e della qualità del cibo. Stiamo adattando i nostri formati, in particolare gli ipermercati, e accelerando l’implementazione dei nostri format in crescita e lavorando per un’offerta omnicanale. Continuiamo a migliorare la nostra efficienza operativa. Per Carrefour, il 2019 sarà un anno in cui approfondiremo le iniziative del piano 2022, per servire meglio i nostri clienti “.

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NRF 2019 – Trend retail

Comincia l’ultimo giorno di NRF2019 che conferma tutti i trend che sono emersi negli ultimi tempi.

Nell’ultimo anno Amazon ha destato molta attenzione, tra l’altro, per le tecnologie di acquisto senza cassieri messe in funzione nei suoi negozi Amazon Go.

Questa modalità (checkout senza controlli) è di fatto già stata accettata come standard per le future esperienze di vendita al dettaglio, e si sviluppano molteplici tecnologie e soluzioni tendenti a tale risultato ( vedi TAP to Go, Casino per citarne alcuni) ed in NRF2019 ad esempio NCR presenta un suo prototipo di identificazione dei prodotti con telecamere avente lo stesso obiettivo.

Diversi gli stand che propongono sensori e telecamere (ancora in fase di perfezionamento) per l’identificazione dei comportamenti di acquisto e/o degli acquisti. (Farò post specifico sull’argomento)

Che sia la Shopping Experience centrale negli investimenti lo sottolinea anche l’accordo Microsoft e Walmart per l’utilizzo di Microsoft Azure e AI per aiutare Walmart a migliorare le esperienze in negozio. (In altro post parleremo anche del discorso fatto da Walmart domenica in apertura NRF2019)

In risposta a MicroSoft, SAP e Google Cloud hanno creato una partnership strategica simile che altri rivenditori potrebbero potenzialmente sfruttare, evidenziando che l’intero settore retail sta cercando di sfruttare le nuove tecnologie per migliorare e reinventare le esperienze di shopping al dettaglio per i propri clienti.

Vediamo allora quelli che potrebbero essere i trend principali secondo quanto emerge da NRF2019

Analytics e AI

La tendenza di archiviare ed analizzare tutti i dati possibili, raccogliendoli da ogni touch point ed integrandoli cresce sempre di più come cresce la costruzione di modelli AI sempre più evoluti.

Dall’utilizzo dei dati contestuali delle conversazioni di chatbot per creare chatbot ancora più intelligenti, all’apprendimento automatico generato dai sensori nella sezione di prodotti refrigerati del negozio di vicinato (per migliorare lo stoccaggio just-in-time di merci).

L’analisi in tempo reale con strumenti sempre più intelligenti e Smart, accoppiata con il potere del l’intelligenza artificiale è un tema enorme in NRF quest’anno.

I limiti per la maggior parte dei retailers saranno la loro capacità di raccogliere, elaborare, analizzare e agire sulla massa di dati a loro disposizione.

Questo è esattamente il motivo per cui i grandi player del cloud come Google, Microsoft, IBM e Amazon sono tutti in prima fila (anche come stand) ed al centro delle proposte di quest’anno.

Sono tutti lì per offrire il loro supporto e le loro tecnologie per aiutare ad abilitare l’intelligenza artificiale attraverso le loro rispettive soluzioni Cloud.

IoT

Siamo sempre a parlare di IOT.

Ormai sensori e i dati che creano sono fondamentali per migliorare sia la catena di fornitura al dettaglio che le esperienze di acquisto.

l’IoT è anche uno dei catalizzatori chiave per rendere le soluzioni di Analytics e di AI applicabili al mondo reale.

L’IoT è fondamentale per l’innovazione dell’esperienza del cliente

Uno degli annunci IoT dell’NRF di quest’anno è la partnership tra Kroger e Microsoft per due negozi pilota in Ohio e Washington dove sperimenteranno un nuovo concetto di RaaS (“Retail as a Service,” ) Utilizzeranno un sistema di scaffalature EDGE che combina l’IoT e diverse tecnologie per ridefinire l’esperienza di acquisto. (Anche di questo farò un post specifico)

Realtà aumentata e virtuale

La realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) hanno diverse interpretazioni e diversi giudizi da parte degli operatori, mentre alcuni sono convinti del loro potenziale di trasformazione, (un italia penso alle sperimentazioni di Coop in tal senso) altri notano l’incapacità di entrambe le tecnologie di guidare una reale innovazione fuori dalle aree di nicchia come i giochi e le applicazioni industriali.

Dal mio punto di vista, tuttavia, nel Retail queste tecnologie sono destinate ad offrire grandi opportunità, diventando sempre più Smart e arricchite nei contenuti.

Personalizzare le scarpe, vedere come saranno i tuoi capelli, o vedere come apparirà un divano nel tuo salotto sono i tipici casi che AR e VR possono offrire.

L’opportunità di migliorare le esperienze dei clienti e creare valore senza massicci investimenti è sicuramente un opportunità per molti retailers

Omnichannel e Mobile:

Queste sono due tendenze che confluiscono e si supportano a vicenda.

Si parla di Omnichannel da anni, ma il lavoro da fare è ancora molto

Se guardiamo la realtà italiana le esperienze al dettaglio e di e-commerce sono state ancora un po ‘sconnesse.

L’idea di avere un unica modalità d’interfaccia con il consumatore, in tutti i touch point aziendali è ancora … lontana.

Costruire un sistema di esperienza del cliente end-to-end senza soluzione di continuità con software e processi tra loro molto diversi è un’impresa titanica.

Le tecnologie e le best practice si stanno evolvendo rapidamente e credo che il 2019 ci avvicinerà significativamente ai tipi di esperienze omnicanale senza soluzione di continuità che i rivenditori come Starbucks stanno proponendo.

Blockchain

C’è e c’è sempre e va menzionata

L’utilizzo nel quale più aziende investono è sicuramente quello della tracciabilità dei prodotti freschi

Un’idea che ha attirato già molti mesi fa la mia attenzione è stata il progetto di Carrefour e in questi giorni sto cercando di approfondire una partnership tra BLOCKv, CataBoom e Intel per utilizzare Blockchain e oggetti digitali gamificati per migliorare le esperienze di vendita al dettaglio.

La sintesi ? Tutte queste tecnologie continueranno a svilupparsi ed a convergere con unico obiettivo “trasformare ed arricchire l’esperienza di acquisto”.

LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN APPLICATA NELLA GDO – la sfida di Carrefour

Si parla sempre più spesso di come la tecnologia blockchain (quella dei Bitcoin) cambierà il Retail e molti sono coloro che stanno investendo in questa direzione.

Carrefour per prima ne ha fatto una scelta strategica e strumento essenziale della “sua” sfida alla leadership nel retail.

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A cominciare da Carrefour France, che ad esempio, dopo aver applicato la tecnologia blockchain al pollo FCQ Auvergne, nel mese di marzo 2018 ha riproposto la stessa soluzione su una nuova linea di prodotti agro-alimentari: i pomodori oblunghi della “Quality Line Carrefour” (giugno 2018).

Per Carrefour l’obiettivo è “garantire una maggiore trasparenza ed enfatizzare il concetto di tracciabilità del prodotto” ed aiutare il brand a diventare un leader nella gdo entro il 2022. 

Carrefour France ha cominciato a collaborare con la cooperativa Rougeline già nel 2015, al fine di aiutare un’agricoltura locale, che fosse innovativa e sostenibile.

Questa collaborazione si basa su di una serie di standard specifici che prevedono pratiche agricole meno dannose per l’ambiente (non vengono utilizzati per la coltura erbicidi) e che consentono a nove produttori di Marmande e Roussillon di vendere una varietà di pomodoro dal caratteristico sapore, ricco di proprietà antiossidanti e dall’elevata versatilità di preparazione e consumo: il Couralina oblungo.

La tecnologia blockchain a vantaggio dei consumatori e dei produttori

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La tecnologia blockchain nel progetto Carrefour, come per i polli, fornisce per questi pomodori di fatto una tracciabilità completa e garantita, che va dal momento in cui vengono coltivati fino a quando vengono collocati sugli scaffali dei supermercati.

Per il consumatore, l’etichetta del prodotto presenta un codice QR, che tutti possono scansionare tramite il proprio smartphone per accedere a tutte le informazioni messe a disposizione.

Nelle foto l’esempio dei Polli

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Per il pomodoro potremo sapere dove è stato coltivato, il nome del produttore, il metodo di coltivazione utilizzato, la data in cui è stato piantato, ecc..

La tecnologia blockchain di Carrefour una sfida a medio periodo 

La tecnologia Carrefour si sostanzia in un database digitale sicuro (per questo si è scelto la blockchain), che non può essere manomesso per falsificarne i dati.

Tutte le informazioni inviate dai propri utenti/collaboratori  (produttori, trasformatori e distributori) vengono immagazzinate da Carrefour per essere poi fruibili dai consumatori-clienti attraverso il servizio richiamabile con il QR Code.

(l’esempio il foto riguarda la tracciabilità del pollo)

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E in Italia ?

Anche in Italia Carrefour sarà il primo gruppo della GDO ad applicare la tecnologia blockchain alla tracciabilità dei beni alimentari.

Come in Francia si parte con la tracciabilità digitale dell’intera filiera del pollo allevato all’aperto e senza antibiotici, in maniera trasparente e consultabile anche dal consumatore finale, secondo Carrefour questa soluzione sarà pienamente operativa a partire da settembre 2018 e riguarderà 29 allevamenti, due mangimifici e un macello.

Carrefour Italia ha anche annunciato che la prossima filiera ad essere tracciata in Italia con la tecnologia blockchain sarà quella degli agrumi a marchio proprio (sempre a marchio filiera garantita).

Una nuova tecnologia per informare i consumatori

Stéphane Coum, direttore Operation Carrefour Italia, ha recentemente dichiarato “La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale, poiché rappresenta un patto di fiducia tra Carrefour Italia e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine fino al punto vendita.”

Filiere Qualità di Carrefour e la sfida di Carrefour

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L’utilizzo della blockchain è parte della strategia avviata nel 1992 in Francia e nel 2001 in Italia, che ha introdotto il nuovo marchio Carrefour ‘Filiere Qualità’.

E’, nelle strategie del gruppo, uno degli strumenti che il Gruppo sta sviluppando per raggiungere l’obiettivo di lungo periodo, inserito nel piano strategico Carrefour 2022, di diventare leader mondiale nella transizione alimentare.

 

La sfida è lanciata e la tecnologia sarà un fattore fondamentale ..

Carrefour e Tesco: nuova alleanza strategica per acquistare prodotti a marchio.

Tesco Carrefour

La notizia è di quelle destinate a cambiare gli scenari prossimi venturi nel retail.

Carrefour e Tesco terzo e quinto player mondiale 2016  (fonte area studi mediobanca) hanno annunciato un accordo di collaborazione che “permetta ai due gruppi di migliorare l’assortimento e la qualità dei prodotti a marchio rivendendoli ad un prezzo ancora più basso, a beneficio dei clienti, implementando così la competitività delle due insegne”.

L’accordo entrerà in vigore nei prossimi mesi e dovrebbe permettere ai due retailer una maggiore collaborazione con i fornitori, uno scambio di sinergie e soprattutto l’essere maggiormente competitivi nei prezzi dei prodotti a marchio al fine di contrastare LIDL e ALDI sul fronte discount ed Amazon che dopo l’acquisizione di Whole Foods aggredisce anche in comparto supermercati.

Per Carrefour si tratta della terza importante partnership in sei mesi, dopo quelle con il gigante cinese Tencent e con Google che supporterà Carrefour nella transizione digitale (vedi mark up)

Fin dalla mattinata molti quotidiani e giornali economici hanno riportato la notizia ad esempio La repubblica , Mark UpThe Guardian.

Non è mancato su twitter un video commento a caldo di Giorgio Santambrogio Amministratore Delegato Gruppo VéGé e Presidente ADM, che ha immediatamente aperto un dibattito.

 

Retail i dati dei principali gruppi Italiani

Contesto nazionale

Reatil
Prosegue l’analisi del mercato Retail con le specifiche italiane

Il fatturato aggregato dei maggiori operatori della Gdo italiana, rappresentativi del 72% del mercato della Gdo alimentare nazionale, è aumentato nel 2016 del 2,5%, passando da 56,7 a 58,1 mld, ovvero lieve aumento della concentrazione delle vendite.

Il record di crescita spetta ai discount: Lidl Italia (+8%) ed Eurospin Italia (+6,8%) distanziando Esselunga (+4,4%).

Sono in regresso gli operatori francesi con Carrefour che cede lo 0,9% e Auchan SMA il 3,3% e il Gruppo Pam che cala dell’1,9%.

I gruppi cooperativi Coop (cooperativa di consumatori) e Conad (cooperativa di dettaglianti), entrambi aderenti alla Lega coop, segnano ricavi aggregati (relativi alle principali società del Gruppo) pari, rispettivamente, a 11,2 e a 8,1 miliardi. Nel caso di Conad, si tratta prevalentemente di vendite all’ingrosso ….

L’aggregato Selex ha realizzato ricavi per 8,9 miliardi.

L’intera rete di vendita di Coop, Conad e Selex ha conseguito nel 2016 fatturati al lordo di IVA, pari rispettivamente a 14,5, 12,4 e 10,4 miliardi di euro.

Esselunga resta il primo operatore individuale con vendite nette pari a 7,5 mld,
seguita da Carrefour a 4,9 mld che precede di poco Eurospin a 4,7 mld; Lidl Italia a 4 mld ha raggiunto gli stessi livelli di Auchan-SMA che segna una forte riduzione dai 5,1 mld del 2012.

Più contenuta la dimensione di Iper – Unes (2,6 mld) e del Gruppo Pam (oltre 2,3 mld).

La presenza nell’ e-commerce appare ancora limitata e poco documentata: essa rappresenta per Esselunga il 2,1% del fatturato (158 milioni di euro) contro il 4%-5% dei principali player internazionali, tra i quali la francese Casino è al 5%, la statunitense Target al 4,4% e la olandesebelga Ahold Delhaize al 4%.

Esselunga si conferma il gruppo più efficiente nel 2016 con oltre 16 mila euro di vendite per metro quadro.

Tra i restanti operatori le Coop segnano vendite al mq pari a 6,7 mila euro, seguite da Iper – Unes a 6 mila euro (dato 2015) e Conad a 5,8 mila euro.

La redditività industriale (ebit margin, rapporto tra margine operativo netto e fatturato) pone Esselunga al vertice della classifica del 2016 con il 6%, seguita da Eurospin (5,6%) e Lidl Italia (3,7%) che precede di poco Iper – Unes (3,4%).

Su livelli intermedi si collocano Selex (2,9%) e Conad (2,5%),seguiti dal Gruppo Pam (0,9%). Hanno riportato margini negativi Carrefour (-0,5%), le Coop (-0,9%) e
Auchan-SMA (-3,7%).

Hanno chiuso il 2016 con una perdita netta i gruppi francesi (Roe di Carrefour a
-22,6% e di Auchan-SMA a -5,5%) e le Coop (-0,1%).

Il maggiore Roe è ottenuto da Lidl Italia (23,2%) e da Eurospin (20,9%), davanti a Esselunga (12,9%), Iper-Unes (12,4%) e Conad (10,6%). Più contenuto il risultato di Selex (Roe al 7%) e modesto quello del Gruppo Pam (2,2%).

In cinque anni (2012-2016) l’aggregato delle maggiori “Coop” ha cumulato utili per 90 milioni, provenienti da proventi finanziari netti per 1.405 milioni, margini industriali negativi per 130 milioni e proventi non ricorrenti per 197 milioni, a fronte di svalutazioni finanziarie per 1.006 milioni e imposte per 376 milioni. I finanziamenti da soci sono in diminuzione del 5%, da 10,7 miliardi nel 2015 a 10,2 miliardi nel 2016. Il portafoglio degli investimenti finanziari è pari a 10,5 miliardi, composto da
titoli non immobilizzati per 6,3 mld (-9,1% sul 2015; di cui il 77% in titoli di Stato e obbligazioni), partecipazioni per 2,3 miliardi e titoli immobilizzati per 1,9 miliardi. Le disponibilità di cassa ammontano a 2,1 miliardi.

Il sistema delle otto maggiori cooperative territoriali di dettaglianti a
marchio “Conadha cumulato negli ultimi cinque anni utili per 796 milioni, ovvero 8,8 volte quanto realizzato dalle maggiori Coop, rivenienti da margini industriali per 931 milioni di euro, proventi  finanziari per 25 milioni, proventi non ricorrenti per 28 milioni e imposte per 188 milioni. Le disponibilità di cassa ammontano a 864 milioni.

– fonte area studi Mediobanca

Retail i dati dei principali gruppi internazionali

Contesto internazionale

 Reatil

I quattordici principali gruppi internazionali hanno chiuso il 2016 con ricavi pari a 1.183 miliardi di euro, in crescita dello 0,9% sul 2015.

Il gruppo Wal Mart è di gran lunga il primo con un fatturato 2016 pari a 456,6 mld di euro, (il Pil della Svezia), davanti alla connazionale Kroger (109,4 miliardi), alla francese Carrefour (76,6 miliardi), all’altra statunitense Target (65,9 miliardi), alla britannica Tesco (65,3 mld) e all’olandese Ahold Delhaize (62,3 mld).

  1. Wal Mart          456,6 miliardi di Euro
  2. Kroger              109,4
  3. Carrefour           76,6
  4. Target                65,9
  5. Tesco                 65,3
  6. Ahold Delhaize  62,3 

Il maggior operatore della Gdo italiana, Coop con 11,2 mld, è ampiamente arretrato nel contesto internazionale.

Mediamente il 25,3% delle vendite dei grandi operatori è realizzato in punti vendita esteri.

L’olandese Ahold Delhaize ha la maggiore proiezione internazionale e fattura all’estero il 79,1% delle vendite, seguita da tre gruppi francesi: Auchan (64,1%), Carrefour (53,2%) e Casino (42,3%).

A parte Wal Mart (24,1% all’estero), le altre catene statunitensi (Kroger, Target e Albertsons) operano solo sul mercato domestico, così come la spagnola Mercadona.

I grandi della Gdo italiana hanno una dimensione esclusivamente nazionale.

I maggiori operatori internazionali realizzano un margine industriale (Mon) pari al 4% del fatturato, superiore al 3,3% dell’aggregato italiano e il rendimento del capitale investito (Roi) è pari al 11,7%, quasi il doppio del 6,3% dei main player italiani.

I gruppi statunitensi si confermano i più redditizi per Roi: Target al 20,9%, Wal Mart al 18,1% e Kroger al 16,7%, seguiti dall’australiana Woolworths e  dalla spagnola Mercadona, entrambe al 16,4%.

Tra i gruppi italiani Eurospin mostra il migliore Roi (20,7%), seguita da Lidl Italia (16,3%) ed Esselunga (15%).

La graduatoria dell’efficienza, misurata in termini di vendite per mq di superficie, è guidata dall’australiana Woolworths con 10.850 euro/mq, seguita dalla spagnola Mercadona con 8.180 euro, dall’olandese Ahold Delhaize con 7.400 euro.

Seguono, sopra la media internazionale di 5.900 euro, Tesco (6.900 euro) e Casino (6.570 euro), mentre Il valore più basso è quello della statunitense Target (2.960 euro).

I rimanenti operatori si collocano tra i 4 mila e i 5 mila euro per mq.

Considerando solo le vendite sul territorio nazionale, visto che i gruppi a proprietà italiana non hanno presenza all’estero, Esselunga con 16.000 euro/mq si conferma come il gruppo internazionalmente più efficiente, davanti l’olandese Ahold Delhaize (13.050 euro/mq), l’australiana Woolworths (10.960 euro per mq), la britannica Tesco con 10.870 euro e la spagnola Mercadona (8.180 euro).

Le cooperative italiane Coop (6.730 euro/mq) e Conad (5.760 euro/mq) si posizionano relativamente bene, superando ampiamente la cooperativa tedesca Rewe a 4.630 euro.

Unico dato internazionale migliore di Esselunga: i 17.500 euro/mq delle attività in Belgio della ex Delhaize (incorporata dall’olandese Ahold).

  • fonte area studi mediobanca