Per il Quick commerce è crisi mondiale.


In tutto il mondo le APP per le consegne veloci sono in crisi.
Mentre Getir lascia Spagna, Portogallo e Italia, Grubhub taglia posti di lavoro (oltre 2000) Deliveroo ha “preso la difficile decisione di non operare più in Australia” e anche Doordash riduce di 1250 i posti di lavori in USA.
In Italia dopo la chiusura di Gorillas e l’uscita di scena di Uber Eats, anche la start up turca Getir quindi abbandona il paese.
Solo a New York hanno chiuso l’anno scorso Buyk (ora in liquidazione), Fridge No More (complici anche le restrizioni verso la Russia, da cui riceveva investimenti) Zero Grocery (chiusa dopo solo un mese dall’ultimo finanziamento preso)

In Europa non è andata meglio molte hanno chiuso o sono state rilevate da aziende più grandi.
Getir in Italia ed in Europa
Getir ha annunciato che lascerà l’Italia ed anche la Spagna e il Portogallo, mentre continuerà a operare nel Regno Unito, negli Usa, in Germania, nei Paesi Bassi e in Turchia.
“In questi Paesi – dichiara in una nota apparsa su molti giornali – genera il 96% dei ricavi”.

Le notizie su Getir
Getir (di origine turca) opera in Italia da meno di due anni e consegna la spesa nelle città di Milano, Roma e Torino entro dieci minuti dall’ordine.
Non ci sono dati ufficiali circa il numero di clienti che utilizzano l’app di Getir: alcune stime dicono che sia stata scaricata da 500mila persone, ma il dato non è confermato.
Certo non è mai riuscita ad uscire da quelle tre città, anche se prometteva di ampliare il servizio.
Gli acquisti arrivano a destinazione a bordo di scooter e bici elettriche condotti dai cosiddetti rider.
E proprio questi ultimi, insieme agli altri dipendenti, pagheranno il prezzo più alto della dipartita di Getir dall’Italia: i circa 370 lavoratori (l’87% effettuano consegne, il 13% lavora in ufficio) a oggi impiegati verranno licenziati.
La parola ai sindacati
Una nota congiunta a firma delle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs chiarisce la situazione: “Con uno scarno comunicato della casa madre turca, Getir comunica la chiusura e il licenziamento dei circa 370 lavoratori a oggi impiegati“
“Le motivazioni addotte sono le solite, bassa profittabilità, risultati non i linea con gli obiettivi, gli investitori non intenzionati a sostenere ulteriori investimenti”.
Una triste conclusione … annunciata

Siamo di fronte ad una fine annunciata per il Quick commerce, troppo spesso insostenibile e non particolarmente apprezzato neanche dai consumatori, che dopo una “moda” iniziale non hanno mantenuto vivo l’interesse per questa proposta commerciale.
Siamo anche a fare i conti con la sostenibilità di certi business che “vivono” spesso bruciando solo i soldi degli investitori… senza mai raggiungere un possibile equilibrio finanziario.
